AUTORITRATTI AL MUSEO

“AUTORITRATTI AL MUSEO”
ritratti di riflessioni critiche

Il progetto nasce dall'analisi delle nuove forme di comunicazione e di diffusione delle immagini, come il fenomeno del “selfie”, che negli ultimi anni ha varcato la soglia dei più importanti musei del mondo provocando reazioni discordanti.
Oggi la necessità dell'utente della Rete è poter condividere nel minor tempo possibile le immagini realizzate e contemporaneamente ricevere il maggior numero di apprezzamenti.
L'intero processo è gestito autonomamente dall'utente, che è nello stesso tempo ideatore, esecutore e diffusore; conseguenza di tale sistema è un'iperproduzione d'immagini che rappresentano sia la vita sociale sia l'intimità.
Il risultato fotografico di questa forma di relazione meramente utilitaristica e superficiale, che si consuma tra soggetto e ambiente circostante, è ciò che mi ha portato a compiere delle analisi/verifiche e delle sperimentazioni sul campo destinate a tradursi in immagini.
Come contesto ho scelto il Museo, perché riflettere sul ruolo di questa istituzione nella contemporaneità mi consente di analizzare il rapporto tra lo spettatore e l'opera d'arte e i concetti di tempo, auto-rappresentazione e identità.
Se per un'immagine stereotipata da condividere immediatamente sul Web c'è bisogno di velocità, al contrario per pensare, comprendere, interpretare, è indispensabile il tempo.
Ho preso le mosse dalle parole di Duchamp : «chi guarda fa il quadro», per proporre al pubblico pause di analisi ed azioni fotografiche condivise durante le quali sono stati realizzati “ritratti di riflessioni critiche”.
Autoritratti al Museo rende “complice” l'osservatore, fissandone in un'immagine il pensiero, il giudizio, l'ironia, l'incomprensione.
Lo spettatore è chiamato a scegliere un’opera d’arte e ad esprimere concettualmente e fisicamente le proprie reazioni a riguardo: il pensiero viene manifestato pubblicamente, non solo verbalmente, non di fronte all'opera ma dentro, trasformando sia l'opera sia il ruolo dell'osservatore.